GAY/SINGLE/incubi dopo il risveglio



Sveglio da poco, potrei dormire di più, ma un attacco d'asma notturno mi ha sconquassato parecchio.
Quindi ho gli occhi aperti, è presto, cosa potrei fare?
Mi avvolgerò nei miei soliti vortici di domande senza risposta.
Tema di oggi, la solitudine, ma non quella fisica,
all'apparenza siamo tutti sommersi di gente, persone, figure, ombre,
ma appena ci si trova davanti a uno specchio anche solo per caso, mentre ti lavi le mani e alzi lo sguardo e ti vedi riflesso, vedi le cose come stanno veramente,
sei solo, siamo soli, dobbiamo arrangiarci.
Questa abitudine, questo modo di sentirci, fa comportare in una certa maniera, ci mettiamo sulla difensiva chiudendo oltre il nostro cuore anche la nostra mente,
che diventa ottusa, spigolosa e  fredda.
Questo processo fa sentire soli anche gli altri, quindi il tutto non è altro che una reazione a catena,
un epidemia degli ultimi anni, un contagio nato da non so dove.
Sta di fatto che nessuno, compreso il sottoscritto vuole responsabilità verso un altra persona, o in ogni caso quando pensiamo di essere pronti a prendere in mano la situazione, sarà l'altro a mancare, a fare o dire qualcosa che ti bastonerà le gambe in maniera tale da paralizzarti.
La paralisi inizia come un brivido, una brutta sensazione, come se le gambe non reggessero il peso di una tale situazione, ovvero che la persona a cui sei pronto a dare tutto, non è pronta a prendere nulla.
I muscoli quindi ti si congelano, il gelo sale al cuore, sta cancellando storie e condizionando i tuoi approcci futuri, tu non lo saprai sul momento, ti sentirai solo ferito, ignorando che tu stesso diventerai quello che odi di più e trasformerai altre persone.
Dopo questo discorso ho in mente solo immagini di Walking Dead, orde di persone con la mente fissa in una sola direzione.
Tutti dicono sempre di essere in ansia, ma quell'ansia è in tutti perchè noi stessi la creiamo, vogliamo e cerchiamo, ci fa stare bene in un certo senso.








ph.Marcello Marano